Saturday 11 December 2010

11 dicembre 2010 - Newsletter # 4 - Australia

Ciao a tutti,
Lo so... E' da tanto... e devo anche fare mente locale su cosa e' successo dall'ultima newsletter...
Se ricordo bene ho mandato una newsletter poco prima delle vacanze estive. Si stava per andare in Australia con una tappa (all'andata e al ritorno) a Singapore. Devo fare pero' due passi in dietro: 
- E' importante sapere che non avevamo nessuna intenzione di andare in Australia. La nostra meta era IL GIAPPONE. Il paese del Sol Levante, il cibo che si avvicina all'eccellenza, le tradizioni millenarie, una cultura rimarchevole, le foreste di bambu, le scimmie che si fanno il bagno nelle terme mentre nevica, le geishe che mi portano da mangiare con tanta grazia nella mia stanza alla decorazione minimalista, la ceremonia del te', la ceremonia dell'incenso, i templi, il giardino zen del mio ryokan, il rumore del fiumicello, gli uccellini, l'armonia con la Terra Madre e forse anche con l'Universo.
Parlando con varie persone delle nostre intenzioni di recarsi in estremo oriente, proprio laddove finisce il continente asiatico, molti ci hanno sconsigliato di andarci d'estate perche' una grande parte del Giappone e' molto umida durante quel periodo. 
Ho cominciato a guardare il mappamondo (una delle mie attivita' preferite; sembra che il mappamondo mi faccia l'incantesimo!) e le temperature dei vari paesi sulla mia applicazione ipod 'Weather Pro'. Mi sono accorta che tutto il sud est asiatico era molto umido durante quel periodo.
Parlando con una coppia di Australiani (un collega di Christophe e sua moglie, mezza matta ma nel senso divertente), e' venuto fuori il discorso del nord dell'Australia. Per intenderci: e' la zona nord ovest che va da Darwin fino a Katherine. Ci hanno spiegato che quella zona era l'unica in Australia che non era fredda durante l'inverno dell'emisfero sud; anzi, ci hanno ribadito piu' volte che il clima era 'ideale'. Poi ci hanno racontato che loro, addirittura, hanno comprato una delle loro numerose case proprio li, a Darwin e che c'era tanto da visitare con tutti i parchi nazionali nei dintorni.
Ed eccoci avviati verso l'Australia con mappa e guide dei parchi nazionali.
Prima di tutto, devo dire che aveva ragione la coppia di Australiani: 
1. il clima nord australiano e' davvero eccellente durante quel periodo. Siccome Hong Kong e' molto umida, e' un dato importante. 
2. i parchi nazionali sono abbastanza belli ma soprattutto, sono molto curati.
3. ci sono tantissimi animali che non esistono da nessuna altra parte nel mondo.
4. l'Australia e' immensa.
5. la gente e' piuttosto rilassata
6. il mare e' strapieno di pesci
Ecco i punti: irrefutabili, inconfutabili, innegabili.
Per il resto, devo dire che sono tornata a Hong Kong con una depressione psicologica e anche fisica. Forse perche' siamo europei ed abbiamo delle aspettative precise da un punto di vista culturale e anche storico. Forse perche' in Asia c'e' questa cultura del cibo che fa bene al corpo (che esiste anche in Italia), forse perche' mi sono abituata a queste persone con la pelle molto bella, i denti bianchissimi, i capelli curati e lucidi, i corpi snelli e fini, ai bambini che rassomigliano a delle bambole.
Cibo-sticamente parlando, la gente mi ha fatto ricordare le zone piu' povere e carenti dell'Inghilterra: i quartieri difficili di Liverpool, di Manchester, di Birmingham... E anche molto gli Stati Uniti, cioe' TUTTI gli Stati Uniti, al di fuori di San Francisco. Uno si nutre (ovviamente sempre male) un po' a modo animalesco: senza nessuna finezza o delicatezza, non capendo cosa si ingoia, e potendo quindi ingoiare piu' o meno qualsiasi cosa.
Per farvi un esempio preciso, in albergo la mattina, gli ho osservati (erano tutti Australiani da altre parti dell'Australia che venivano al nord per il clima estivo) e ho visto che quasi tutti mettevano tutto il buffet nello stesso piatto: le uova, il bacon, le salsiccie, i croissant, i muffin, la frutta, i pancakes, la pizza. 
Mi ricorda una storia che mi ha racontato Letizia qualche mese fa: era stata invitata ad un barbecue organizzato da anglosassoni (Sud africani, Inglesi, Americani, Australiani) ed ogni ospite doveva portare un piatto. Letizia, con lo spirito giusto ma sicuramente non adeguato alla mentalita' anglo sassone, ha portato spaghetti e vongole fresche (che Massimo Mureddu fa portare direttamente dall'Italia) e ha cucinato li per li la pasta. Ovviamente, le belve hanno messo la pasta alle vongole con il resto del buffet nello stesso piatto, aggiungendoci sopra la frutta e i dolci.
Poi devo anche dire che l'ultima volta che ho mangiato cosi male in vita mia e' stato quando sono andata una settimana intera per lavoro nello Utah, in mezzo ai Mormoni. Non e' che si mangiava male ogni tanto. Si mangiava male ogni giorno. 
Molte persone mi hanno detto che se uno va a Sidney o a Melbourne, riesce a mangiare meglio. Io oso sperare che questo sia vero. 
Bevend-isticamente parlando, gli Australiani sono molto impressionanti. Quanto gli inglesi. Bevono solo alcool. Non avevo mai visto persone che bevevano cosi tanto. Bevono di continuo e la birra per loro e' come l'acqua per noi. 
Sono piu' cose che mi hanno dato l'ennesima conferma su questo punto:
1. Le distanze in Australia sono molto diverse rispetto all'Europa. Il loro paese ha la grandezza di un continente e, per andare da un punto all'altro, si fanno tanti, ma tanti chilometri. Per questo motivo, abbiamo deciso non solo di andare a visitare il parco nazionale di Kakadu ma anche di fermarci li per dormire perche' il parco e' davvero troppo vasto per tornare poi in citta' dopo la giornata di visita.
Poco prima dell'entrata del parco comparivano tanti cartelloni a lungo la strada (frenquentata rigorosamente solo da noi, dai cocodrilli e dai canguri) con la seguente scritta: 'Last chance to buy alcohol before Kakadu Park'. Questo, purtroppo, non e' uno scherzo. Ho fatto la foto a uno di questi cartelloni. Se avete tempo, andate a vedere: http://www.facebook.com/album.php?aid=262482&id=710031413&l=debdab72e6
Sono cosi ossessionati dal bere che rischiano la crisi di astinenza in viaggio per il parco nazionale... Magari a loro vengono le fitte se non bevono ogni due ore?
2. Usano molto questo concetto di 'Drive In'. Come al Mac Donald. Cioe': ordini, paghi e vai via senza mai uscire dalla macchina. Ma gli Australiani non usano il 'Drive in' per il cibo, lo usano per l'alcool. Se ti viene una fitta e vai in crisi con un bisogno incrontrollabile di alcool, e' molto semplice perche' vai a 'Bottlemart' (aperto 24 ore su 24) e compri le tue bottiglie senza neanche uscire dalla macchina, cosi non perdi tempo e ti puoi ubbriacare quanto prima.
3. Una delle prime cose che ti segnalano quando fai il check in negli alberghi e' proprio dove si trova il Bottlemart piu' vicino.
4. Moltissime donne hanno delle pancie enormi e non sono incinte. Quando ho chiesto ad una signora che gestiva un'agenzia di viaggio locale, come mai cosi tante donne avevano la pancia, lei mi ha risposto che era normale perche' in Australia le donne bevono quanto gli uomini. Ed ha aggiunto: in questo c'e' parita'!
5. moltissime persone hanno dei mini frigoriferi nelle macchine: sono fatti apposta per tenere le birre al fresco
Un altra cosa che mi e' rimasta molto impressa e' la loro abitudine di camminare scalzi. Per le strade nelle citta', nei parchi, nei supermercati, al bar, nei ristoranti... molti vanno scalzi e soprattutto i bambini. 
La mia insegnante di cantonese che ha vissuto a Sidney per molti anni mi ha confermato che anche li e' un abitudine molto comune. 
Forse si sentono connessi ora agli arborigeni che i loro antenati hanno sterminato al 99%? Forse si sentono piu' liberi senza scarpe? 
Questo punto mi porta all'argomento successivo: i bambini.
Non ho mai visto in vita mia, in un paese 'occidentalizzato', dei bambini cosi sporchi. Bisogna anche dire che il nord dell'Australia, con tutti questi parchi nazionali, attira molto i backpackers, gente che gira con il camper o che va in campeggio. Forse e' per quello che molti erano molto 'hippies'. 
Ma i loro bambini sono molto molto molto sporchi! Penso che gli rimettono gli stessi vestiti per 4 o 5 giorni di seguito perche' se no, non riesco a spiegarmi il loro stato. Faranno lo stesso raggionamento che fanno con il cibo: in tanto si sporcano quindi perche' pulirli e perche' cambiarli? = in tanto va tutto nello stesso stomaco quindi perche' non mangiare la pasta alle vongole con il budino al cioccolato?
Quando abbiamo visitato il wildlife park di Kakadu, abbiamo fatto una gita in barca per vedere uccelli, anatre, cocodrilli, etc. La bambina dietro di me mangiava (alle 9 del mattino) una scattoletta di tonno sott'olio al pomodoro con le mani. Ovviamente puzzava di pesce perche' si era rovesciato tutto l'olio sul vestito ma la cosa piu' strana era che a guardare i genitori, rigorosamente scalzi, sembravano certo 'rilassati' con lo stile un po' hippies', ma era gente che non era 'povera', era gente di un livello sociale medio.
Dico questo perche' di bambini sporchi ne ho visti tanti in India passando per i baraccopoli di Mumbai. Ma penso che le loro famiglie non abbiano un livello sociale medio.
A loro favore direi che, effettivamente, come popolo (quelli che abbiamo incontrati noi per lo meno), sono un po' rozzi, un po' rustici, quasi selvaggi ma sono rilassati, tranquilli, non arroganti, alla mano, del tutto non altezzosi. E' un grande preggio perche' molte persone, soprattutto in Francia, fraintendono vera finezza (quella ereditata da una cultura) e alterigia, sufficienza. E non c'e' niente di peggio perche' questa e' vera ignoranza ed e' del tutto intollerabile. La rozzezza invece e' una forma d'ignoranza quasi ingenua che non intende colpire o ferire nessuno. 
Ecco le mie impressioni... Ad un livello paesaggistico, io preferisco gli Stati Uniti con i parchi di Yellow Stone, il Gran Canyon etc. Ma non vi dico di non andarci perche' se siete amanti di grandi spazi, di natura, di paesaggi, di animali strani, penso che valga la pena. Hanno una natura potente e ne sono molto rispettosi. Pensate che l'Australia e' circondata dal mare e sono pochissimi i posti in cui ci si puo fare il bagno perche' hanno animali allucinanti del tipo meduse letali, cocodrilli che vanno in acqua salata, etc.. La natura e' sempre piu' forte di loro e lo sanno. 
Poi ripeto, l'Australia e' un vero continente e noi ne abbiamo visto solo una parte infinitesimale. Sicuramente abbiamo scelto la parte piu' grezza, piu' crude.
Dico solo che non fa per me perche' io preferisco le culture ancestrali, il cibo delicato, le tradizioni millenarie e le donne e gli uomini senza la pancia da birra. Per questo motivo eravamo molto lieti di arrivare a Singapore dopo due settimane 'rustiche'. Ovviamente anche Singapore ha le sue contradizioni ma io mi ci sento a casa con questi sorrisi, questo stimolante misto di cultura, questi capelli neri lucidi, i laksa, i templi, la loro grandissima passione (quasi ossessione) per il cibo. Ecco le foto se avete tempo: http://www.facebook.com/album.php?aid=262485&id=710031413&l=346eb14e4f
Inizialmente non avevo l'intenzione di scrivere una newsletter sull'Australia perche' non e' stato un viaggio che mi abbia appassionato e non vi volevo mandare delle cose negative. Voglio essere una nota positiva alla vostra giornata, non voglio rovinarla! 
E' stato l'altro giorno, parlando con Laura che ho trovato l'ispirazione. Laura e' una grande viaggiatrice e scrive delle newsletter cospicue che sono perspicaci, sagaci, emozionanti... un po' come lei.
Me ne approfitto per augurare a tutti voi un felicissimo Natale, ovvunque siate, e vi auguro anche un anno avvenente, educativo, incantevole, illuminante, un po' rocambolesco ma anche beato, rassicurante e quieto.
Noi ci risentiamo l'anno prossimo e prometto di mandarvi altre newsletter... questa volta sul Giappone!
Baci e abbracci, 
-- 
Cric & Croc

Sunday 28 March 2010

26 marzo 2010 - Va tutto ... di lusso - Newsletter #2 : prima parte

Ciao a tutti 
Questa newsletter #2 e' molto particolare perche' il mio amico Andrea che e' fumettista, ha accettato di creare delle vignette per illustrarla (sono allegate). Andrea Minoja e' nato nel 1971 a Padova e lavora da piu' anni a Parigi dove fa l'illustratore comunale e dove vive con sua moglie, Sophie, e i loro 2 bambini. Se volete vedere alcuni dei suoi disegni, potete trovarne sul suo blog: http://cosoecose.blogspot.com, dove troverete anche altri suoi indirizzi web.
Ho conosciuto Andrea molti anni fa durante il mio periodo Padovano e gia' allora non capivo come potevano, da un essere umano armato da una semplice matita e un foglio, venire fuori dei personaggi cosi estetici e divertenti. Una cosa pero di cui sono certa: Madre Natura non ci ha fatti tutti uguali davanti al foglio e alla matita... Certi, come Andrea, sono stati benedetti da Saraswati. 
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Urbi et Orbi: scusate per il ritardo di questa newsletter e siccome ho veramente tanto ritardo, ne compilero' 2 illustrate per il prezzo di 1!! Si sente che mi sto ambientando a Hong Kong? 
Qui non esiste niente che non abbia a che fare con i soldi. Qui TUTTO e' questione di soldi. Hong Kong e' una capitale soprattutto economica e tutto e' stato venduto alla venerazione del Dio Denaro, qualsiasi principio e qualsiasi sentimento. Qui la gente e' venuta per fare soldi, moltiplicare soldi, palpare soldi, andarsene con le tasche piene di soldi oppure rimanere per continuare a fare soldi. Per certi versi mi fa molto pensare al sentimento che ho avuto piu' volte negli Stati Uniti dove la gente prova un'adorazione incontestabile per i soldi e dove anche i rapporti sentimentali (le cose che per me erano intoccabili per essenza) sono condizionati anche loro dai soldi e diventano una volgare transazione economica: io ti mantengo, ti porto nei ristoranti costosi, ti compro diamanti e capi firmati che non ti sarei mai potuto permettere lavorando per una vita e mezza, ti faccio vivere in un penthouse decorato da un designer super famoso; tu in cambio sei bella, hai un corpo da modella, sei il mio alibi sociale e mondano, non parli ma sorridi, non mi chiedi mai dove sono stato e non mi metti mai in imbarazzo. Questa e' per me una forma consensuale, legale e abbastanza comune di prostituzione.
Qui c'e' una quantita' allucinante di negozi di 'lusso'. Sono sempre gli stessi: Prada, Gucci, Roberto Cavalli, Fendi, Chanel, Dior, Dolce Gabbana, Louis Vuitton, Armani, insomma... gli 'usual suspects'.
La mia amica Kris che e' di Hong Kong e insegna a l'universita' di Taiwan mi ha detto che il sogno di qualsiasi ragazza cinese e' di:
1. sposare uno straniero (possibilmente straniero perche' i bambini vengono piu' belli con i lineamenti piu' dolci e anche per una questione di passaporto) pieno di soldi
2. comprarsi una borsa Louis Vuitton (ma va bene anche Prada, Gucci, etc..)
Quelli che vedo uscire da questi negozi di 'lusso' non sono certo europei o americani. Sono per la maggior parte cinesi (non di Hong Kong ma 'China mainland') e poi vedo anche molte donne di Hong Kong che vengono a tacere le loro frustrazioni in una transazione economica: un semplice 'click' della carta di credito basta a fare dimenticare per altre 24 ore il profumo dell'amante del marito o il fatto che abbia dimenticato di dire, amorevolmente, dove andava questo fine settimana mentre saliva sull'elicottero. 
E' anche molto interessante riflettere sul 'business model' di questi negozi di 'lusso'. Per me il lusso vuole dire cio' che e' superfluo, caro, raro, e soprattutto di altissima qualita'. La maggior parte di questi vestiti o accessori vengono manufatturati in Cina e una piccola parte del processo viene realizzata in Italia o in Francia, cio' che permette di attaccarci l'etichetta 'Made in Italy' o 'Made in France'. (Il 'Made in Italy ' attuale corrisponde al posto dove e' stato fatto l'ultima lavorazione, cioe' la cucitura dell'etichetta ad esempio. Recentemente l'Italia ha votato una legge per imporre che corrisponda al paese dove siano state fatte al meno 2 parti del processo di produzione). Queste cose le dico non perche' le ho lette ma perche' questi ultimi 10 anni ho calpestato il suolo di molte ditte in Italia, in Francia, in Romania, in Pologna, in India, in Marocco, in Tunisia ma soprattutto in Cina e non ho potuto fare a meno che accorgermi di come, quanto e per chi producevano. Questi capi, borse e scarpe, vengono prodotti in quantita' stratosferiche che servono ad alimentare le decine di migliaia di negozi 'di lusso' che hanno aperto in questo paese in modo da rispondere all'altissima domanda locale. A Hong Kong e' molto piu' semplice trovare un negozio 'di lusso' che non un mercato ortofrutticolo e il sabato pomeriggio, la coda di gente fuori da Fendi o Chanel e' molto piu' lunga di quella del mercatino. Questi negozi sono quindi diventati piu' popolari di tutti gli altri negozi... che ironia! 
Anche a me piaciono certi modelli di borse dei usual suspects ma ora che li vedo indossati da milioni di persone e sopratutto dalle mignotte, non so perche', ma li trovo meno di lusso. 
Questo mi ricorda un testo di Roberto Saviano che ho letto ultimamente in cui parlava del Festival di Cannes e diceva che quando ci e' stato per presentare Gomorra con Matteo Garrone e gli attori del film, e' stato sopreso dal numero di prostitute (di lusso, per carita'!!) che ha visto girare negli alberghi di Cannes. Ha concluso che Cannes non poteva essere altro che un vero paesino.
Un abbraccio a tutti,

Cric 




Friday 26 March 2010

26 marzo 2010 - Saraswati - Newsletter # 2 - 2da parte e fine

Ciao a tutti,
Ultimamente siamo stati a Bali in Indonesia. Christophe ci e' andato per lavoro ed io ci sono andata per rilassarmi e devo dire che ci riesco molto bene! La mia amica Celeste dice che sto facendo un Master in 'Arte di Godersi la Vita'. Forse ha ragione. Spero di prendere un 110 e lode. 
Per quelli che non ci sono mai stati, Bali e' un isola al 95% induista. La maggior parte delle altre isole (che sono in totale piu' di 17000) sono a maggioranza musulmana. Per via dell'impero induista-buddista che hanno avuto a lungo fino al sedicesimo secolo, l'influenza dell'induismo e dell'India rimane molto impressa nella cultura indonesiana e soprattutto balinese. Hanno pero scartato il sistema delle caste che esiste tutt'ora in India in alcune regioni e la loro religione da un grande 'ritmo' alla loro vita culturale, sociale e quotidiana. Quasi ogni giorno e' dedicato a un aspetto specifico della loro religione e riflettono sempre su un concetto diverso. 
Nel periodo in cui eravamo li, ho potuto assistere al loro 'Festival di Saraswati' e ormai, all'eta' di 36 anni, posso dire che ho finalmente trovato la Dea che voglio venerare. Saraswati e' la Dea della Conoscenza e dell'Arte. E' simboleggiata con 4 braccia  e sta reggendo (Andrea a disegnato 2 schizzi che sono allegati):
- un libro che descrive la scienza, la conoscenza
- il rosario di cristallo che rappresenta il potere della meditazione e della spiritualita'
- una ciotola che contiene acqua sacra e che simboleggia i poteri purificanti della creativita'
- uno strumento musicale che illustra l'arte 
Saraswati e' vestita di bianco e seduta su un fiore di loto perche' rappresenta la purezza della conoscenza e il suo mezzo (tutte le divinita' induiste hanno il loro 'veicolo', si chiama 'vahana' ed e' emblematico della deita' che trasportano) e' il cigno che incarna la saggezza, la capacita' di distinzione fra il bene e il male, l'eterno e l'evanescente.
Durante il festival di Saraswati, i Balinesi raccolgono tutti i loro libri, li spolverano e li portano al tempio (che spesso hanno a casa propria) oppure al tempio della scuola locale. Il giorno della festa di Saraswati, regalano tutti i loro libri a Saraswati perche' siano benedetti. Quel giorno non e' permesso leggere oppure scrivere ma solo pregare e riflettere sulle proprie aspirazioni di conoscenza e di saggezza. 
Ci tenevo molto a racontarvi questa esperienza perche' la trovo molto bella e anche perche' viene contrastare un po' i miei raconti sull'attacamento esaggerato e arido al denaro e i comportamenti venali di cui sono spesso testimone.

Al di la' della loro cultura che, devo ammettere, mi affascina moltissimo, Bali e' anche una bellissima isola che regala dei paesaggi incantevoli con questa natura potente, molto lussureggiante che odora e compare poderosamente, autorevolmente e ci ricorda sempre quanto siamo fugaci. Se avete l'opportunita', andateci perche' e' davvero 'spaesante'. Se non avete il tempo oppure la possibilita', ricordatevi sempre di Saraswasti.
Ecco il link dove potete vedere le qualche foto che ho scattato (non richiede nessuna registrazione, anticipo la domanda di Marco Luise): 
Vi auguro una giornata piena di ispirazione, sotto il segno di Saraswasti.

Cric 



Friday 5 February 2010

5 febbraio 2010 - Hong Kong, ino ino - Newsletter #1

Ciao a tutti,

Siamo arrivati sani e salvi a Hong Kong e ci siamo sistemati nel nostro appartamentino temporaneo. Dico 'ino' perche' non ci entrano tutte le mie scarpe e non mi ero neanche portato la meta'.

Qualche settimana fa', la mia amica Celeste (che e' argentina e vive a Buenos Aires), mi aveva mandato un email per parlare un po' di questo trasferimento a Hong Kong e chiedermi come andavano le cose. Appena aveva saputo che mi spostavo li, era andata a guardare su Internet dov'era esattamente Hong Kong, ha visto delle foto e poi mi ha scritto quest' email per dirmi quanto era contenta per me e anche per confermare che lei si sarebbe impegnata a venire a trovarci al meno una volta durante il nostro soggiorno. Nella sua email, ha emesso un concetto del tutto nuovo per me (spesso mi accorgo che dice delle cose sorprendenti perche' siuramente, da argentina, ha un modo di vedere le cose che e' a volte diverso, bello ma diverso) e mi ha congratulata dicendomi che ero molto fortunata di crearmi uno spazio in una citta' che ha gia' cosi tanti abitanti. Ora, se uno di voi andasse a vivere a Mumbai, non avrei mai pensato di mandare auguri e congratulazioni per questo motivo preciso ed e' in queste piccole cose che mi accorgo che Celeste, dall'altra parte del mondo, ha sviluppato una dimensione di pensiero a volte molto diverso dal mio. E' proprio questa diversita' che mi affascina nella vita, nel mondo.

Io sono venuta a Hong Kong molte volte prima di questo trasloco e avevo notato che c'erano tante persone ma questo pensiero non l'avevo mai formulato in un modo cosi chiaro. In fatti, appena si arriva a Hong Kong, uno non puo' fare a meno di notare che qui c'e' gente, tanta gente, flussi continui di gente che cammina per le strade, la mattina, la sera, a pranzo, a cena, il giorno e anche la notte (anche se meno). 

Il terzo giorno, sono andata a farmi una passeggiata per scoprire un po' il quartiere e capire che tipo di negozi e servizi ci sono e dove. Quando sono arrivata al semaforo, era rosso per i pedoni e li mi sono accorta che intorno a me c'erano decine e decine di persone, e sull'altra parte della strada (dove io volevo andare), ce n'erano ancora di piu'. Mi sono chiesto come ce la saremmo cavata qualche secondo dopo ad incrociarci tutti senza feriti. Invece, e' andata bene. Non so come ma e' andata bene. 
A Hong Kong, la densita' di popolazione e' un dato di fatto per gli abitanti. Uno nasce e cresce con questa realta', e' una cosa innata. Di conseguenza, l'alta presenza degli altri e' una cosa integrata e la presenza fisica non diventa mai una competizione. Per questo semplice motivo, qui la gente al semaforo si scansa, non si schiaccia e quindi bene o male, 150 o 200 persone si incrociano al semaforo senza pestarsi. A Parigi mi fosse capitato una scena simile, sarei scappata perche' li uno si impone, l'atteggiamento e' naturalmente piu' arrogante, la mamma ha cresciuto il parigino appositamente come se fosse solo al mondo quindi quando e' fuori diventa un animale selvatico. A Hong Kong, nonostante il flusso, molta gente cammina lentamente, molti si fermano senza preavviso in mezzo al marciapiede con tanta tranquillita', senza nervosismo, ognuno al suo ritmo, senza competizione fisica, con auto controllo e consapevolezza dell'esistenza fisica di altri 7 millioni di persone intorno a loro. Ovviamente la gente ti viene addosso visto che sono millioni ma succede raramente e non e' mai violento, mai aggressivo, mai imponente.

Qualche minuto dopo, mi sono sentita tutta spaesata, molto disorientata, persa, non riconoscevo piu' niente e stavo per svenire. Sono uscita dal flusso immenso di gente e mi sono seduta sul muretto che c'era di lato fino a quando non avessi ripreso un po' di forze. C'era cosi tanta gente che mi sono sentita male ed e' stato proprio quel giorno che mi sono accorta quanto aveva senso l'augurio di Celeste e quanto ero fortunata di conoscerla. Ho ripensato anche ad una scena simile che era successo proprio a lei mentre eravamo in India e poi ho pensato a Laura che, lo stesso giorno, aveva dato una descrizione molto profonda e commovente degli spazi sconfinati della Patagonia. 

Un abbraccio caloroso a tutti,

Cric