Sunday 28 March 2010

26 marzo 2010 - Va tutto ... di lusso - Newsletter #2 : prima parte

Ciao a tutti 
Questa newsletter #2 e' molto particolare perche' il mio amico Andrea che e' fumettista, ha accettato di creare delle vignette per illustrarla (sono allegate). Andrea Minoja e' nato nel 1971 a Padova e lavora da piu' anni a Parigi dove fa l'illustratore comunale e dove vive con sua moglie, Sophie, e i loro 2 bambini. Se volete vedere alcuni dei suoi disegni, potete trovarne sul suo blog: http://cosoecose.blogspot.com, dove troverete anche altri suoi indirizzi web.
Ho conosciuto Andrea molti anni fa durante il mio periodo Padovano e gia' allora non capivo come potevano, da un essere umano armato da una semplice matita e un foglio, venire fuori dei personaggi cosi estetici e divertenti. Una cosa pero di cui sono certa: Madre Natura non ci ha fatti tutti uguali davanti al foglio e alla matita... Certi, come Andrea, sono stati benedetti da Saraswati. 
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Urbi et Orbi: scusate per il ritardo di questa newsletter e siccome ho veramente tanto ritardo, ne compilero' 2 illustrate per il prezzo di 1!! Si sente che mi sto ambientando a Hong Kong? 
Qui non esiste niente che non abbia a che fare con i soldi. Qui TUTTO e' questione di soldi. Hong Kong e' una capitale soprattutto economica e tutto e' stato venduto alla venerazione del Dio Denaro, qualsiasi principio e qualsiasi sentimento. Qui la gente e' venuta per fare soldi, moltiplicare soldi, palpare soldi, andarsene con le tasche piene di soldi oppure rimanere per continuare a fare soldi. Per certi versi mi fa molto pensare al sentimento che ho avuto piu' volte negli Stati Uniti dove la gente prova un'adorazione incontestabile per i soldi e dove anche i rapporti sentimentali (le cose che per me erano intoccabili per essenza) sono condizionati anche loro dai soldi e diventano una volgare transazione economica: io ti mantengo, ti porto nei ristoranti costosi, ti compro diamanti e capi firmati che non ti sarei mai potuto permettere lavorando per una vita e mezza, ti faccio vivere in un penthouse decorato da un designer super famoso; tu in cambio sei bella, hai un corpo da modella, sei il mio alibi sociale e mondano, non parli ma sorridi, non mi chiedi mai dove sono stato e non mi metti mai in imbarazzo. Questa e' per me una forma consensuale, legale e abbastanza comune di prostituzione.
Qui c'e' una quantita' allucinante di negozi di 'lusso'. Sono sempre gli stessi: Prada, Gucci, Roberto Cavalli, Fendi, Chanel, Dior, Dolce Gabbana, Louis Vuitton, Armani, insomma... gli 'usual suspects'.
La mia amica Kris che e' di Hong Kong e insegna a l'universita' di Taiwan mi ha detto che il sogno di qualsiasi ragazza cinese e' di:
1. sposare uno straniero (possibilmente straniero perche' i bambini vengono piu' belli con i lineamenti piu' dolci e anche per una questione di passaporto) pieno di soldi
2. comprarsi una borsa Louis Vuitton (ma va bene anche Prada, Gucci, etc..)
Quelli che vedo uscire da questi negozi di 'lusso' non sono certo europei o americani. Sono per la maggior parte cinesi (non di Hong Kong ma 'China mainland') e poi vedo anche molte donne di Hong Kong che vengono a tacere le loro frustrazioni in una transazione economica: un semplice 'click' della carta di credito basta a fare dimenticare per altre 24 ore il profumo dell'amante del marito o il fatto che abbia dimenticato di dire, amorevolmente, dove andava questo fine settimana mentre saliva sull'elicottero. 
E' anche molto interessante riflettere sul 'business model' di questi negozi di 'lusso'. Per me il lusso vuole dire cio' che e' superfluo, caro, raro, e soprattutto di altissima qualita'. La maggior parte di questi vestiti o accessori vengono manufatturati in Cina e una piccola parte del processo viene realizzata in Italia o in Francia, cio' che permette di attaccarci l'etichetta 'Made in Italy' o 'Made in France'. (Il 'Made in Italy ' attuale corrisponde al posto dove e' stato fatto l'ultima lavorazione, cioe' la cucitura dell'etichetta ad esempio. Recentemente l'Italia ha votato una legge per imporre che corrisponda al paese dove siano state fatte al meno 2 parti del processo di produzione). Queste cose le dico non perche' le ho lette ma perche' questi ultimi 10 anni ho calpestato il suolo di molte ditte in Italia, in Francia, in Romania, in Pologna, in India, in Marocco, in Tunisia ma soprattutto in Cina e non ho potuto fare a meno che accorgermi di come, quanto e per chi producevano. Questi capi, borse e scarpe, vengono prodotti in quantita' stratosferiche che servono ad alimentare le decine di migliaia di negozi 'di lusso' che hanno aperto in questo paese in modo da rispondere all'altissima domanda locale. A Hong Kong e' molto piu' semplice trovare un negozio 'di lusso' che non un mercato ortofrutticolo e il sabato pomeriggio, la coda di gente fuori da Fendi o Chanel e' molto piu' lunga di quella del mercatino. Questi negozi sono quindi diventati piu' popolari di tutti gli altri negozi... che ironia! 
Anche a me piaciono certi modelli di borse dei usual suspects ma ora che li vedo indossati da milioni di persone e sopratutto dalle mignotte, non so perche', ma li trovo meno di lusso. 
Questo mi ricorda un testo di Roberto Saviano che ho letto ultimamente in cui parlava del Festival di Cannes e diceva che quando ci e' stato per presentare Gomorra con Matteo Garrone e gli attori del film, e' stato sopreso dal numero di prostitute (di lusso, per carita'!!) che ha visto girare negli alberghi di Cannes. Ha concluso che Cannes non poteva essere altro che un vero paesino.
Un abbraccio a tutti,

Cric 




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